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I bambini del nuovo millennio

Marzo 27th, 2013 | Posted by filippo in news - (Commenti disabilitati su I bambini del nuovo millennio)

DSC_0806Da un’osservazione scientifica dei nuovi nati fatta  da un’antropologa francese Noemi Paymal è emerso che i bambini presentano novità sostanziali nei processi di apprendimento e in alcuni aspetti psicologici ed emozionali.

I bambini hanno mostrato, nella maggior parte dei casi, una particolare facilità ad utilizzare l’emisfero destro del cervello, deputato alla creatività e al movimento. Per i bambini delle generazioni precedenti , l’accesso non era altrettanto immediato.

I nuovi nati sono creativi e veloci nei movimenti, perché il loro cervello risulta modificato.

La loro è un’ intelligenza multipla, capace di gestire un certo numero di attività diverse contemporaneamente.

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I nuovi bambini hanno un metabolismo veloce e moltissima energia, pur necessitando di poche ore di sonno e di una quantità moderata di cibo.

Una scoperta davvero sorprendente riguarda anche l’intelligenza emozionale dei bambini, spesso sottovalutata dagli adulti, sono risultati più empatici. Si è rivelata, inoltre, una diffusa tendenza a resistere all’autorità, e quindi a disobbedire. Se però l’adulto spiega a un bambino, per quanto piccolo, il concetto di collaborazione, è altrettanto probabile che questi lo comprenda e accetti di cooperare.

A questo punto la mia domanda è: se è vero che i bambini sono cambiati, i vecchi metodi educativi possono essere ancora efficaci?

In alcuni contesti, queste nuove caratteristiche dei bambini vengono frustrate da un’educazione incapace di riconoscerle. Oggi si guarda con preoccupazione ai bambini iperattivi e ci si lamenta dei loro problemi di attenzione.

In alcuni paesi vengono curati con farmaci o tramite l’assistenza psicologica.

Gli adulti più lenti o meno capaci di concentrarsi su più piani contemporaneamente, considerano il comportamento dei bambini anomalo è “difettoso”. In realtà il cervello dei nuovi nati è davvero in grado di gestire senza sforzi parecchie azioni e livelli nello stesso momento.

Rimanere concentrati a lungo su un unico argomento per loro è noioso e difficile. Io personalmente non trovo niente di sbagliato in questa tendenza. Piuttosto ritengo sia importante agire su due fronti. Da una parte occorre che gli educatori siano capaci di non  essere esclusivamente lineari e offrire stimoli multipli contemporanei, in modo da valorizzare quello che in realtà è un talento. Dall’altra occorre permettere ai bambini  di conoscere la calma interiore, e questo lo si può fare agganciandosi ad altre qualità come la sensibilità e la sintonia con la natura.

Le caratteristiche dei bambini cambiano velocemente, e così anche la risposta ai metodi pedagogici.

I bambini hanno bisogno di azione per mettere in moto l’alto livello di energia che possiedono. Ha più successo un insegnamento trasmesso attraverso il fare di un metodo che presuppone la passività dell’alunno. Ancora più importante sarebbe insegnare la connessione con il cuore. Per poterlo fare, l’adulto dovrebbe trovarla prima dentro di sé.

Pedagogista Clinico Rosalba Bratta

Dal dire al fare, la libertà di imparare

Marzo 21st, 2013 | Posted by filippo in news - (Commenti disabilitati su Dal dire al fare, la libertà di imparare)

articolo 01Kant diceva che “ le mani sono la finestra sul mondo” ed è meraviglioso vedere lo stupore negli occhi del bambino quando affonda le sue piccole manine nella terra e ne “assapora” la sua essenza fatta di odori, sensazioni e doni.

Il seme e la terra, un connubio che apre al bambino un’infinità di esperienze che attraversano le stagioni, affondano le radici e danno i loro frutti.

Attraversare le stagioni in stretto contatto con la terra porta il bambino in una dimensione temporale che gli permettere di guardare la realtà dal suo punto di vista differente da quello degli adulti. Il bambino che stringe tra le mani un tappeto di foglie secche scopre il rumore, coglie le sfumature dei loro colori e impara a riconoscere il profumo della terra umida. Una natura secca che piano piano avvicinerà il bambino al “deserto” dell’inverno. E qui che il bambino si avvicina all’albero, ne tocca il tronco scoprendo le sue diverse caratteristiche, scava per trovare le radici e si lascia affascinare dall’aspetto scientifico della linfa. Nell’inverno è racchiusa l’attesa del risveglio della natura. Il bambino in questo modo impara ad attendere e ad osservare con stupore  i cambiamenti apprezzando tutto ciò che in seguito arriva…..e arriva la primavera!

Gli occhi sorpresi di un bambino di fronte ad un germoglio che diventa un fiore, il seme che diventa frutto ci riporta allo stupore dell’infanzia, in un mondo che si muove piano piano. L’adulto che sarà in grado di assecondare il bambino  nella sua lentezza mostrandosi disponibile ad osservare qualunque cosa catturi il suo interesse, riuscirà a stupirsi di una coccinella sulla foglia!

Dando al bambino gli strumenti per realizzare un piccolo orto, sarà sorprendente vederlo prendersi cura delle piantine. Essendo dotato di una curiosità innata, saprà osservare le fasi della crescita della pianta fino a comprenderne l’origine del frutto e coglierlo per assaporarne il gusto. Questo processo è lungo e richiede tempo e pazienza, ma in questo il bambino è un grande maestro.

I bambini non imparano tanto ascoltando quanto facendo le cose, in questo modo imparano a imparare. Nessun libro con parole e illustrazioni, che descrivono la natura, può sostituire il tempo trascorso esaminando la realtà. I libri e gli altri materiali aiutano i bimbi a riunire nella loro mente quelle impressioni e quelle esperienze indimenticabili, ma sono l’osservazione diretta e l’esperienza concreta a gettare le basi dell’apprendimento.

Pedagogista Clinico Rosalba Bratta